Alors que le Ministre de l’Intérieur a fait
depuis plusieurs saisons, de la lutte contre les violences dans les stades, sa
priorité, quitte à vider les tribunes Italiennes de toute passion ultra’, les
incidents et les dysfonctionnements de la sécurité autour de ce match Italie –
Serbie à Marassi ne manquent pas de laisser sceptique…
Devant ce que qu’ils nomment "la
disfatta di Genova", les Ultras Tito Cucchiaroni ont publié une lettre
ouverte sur leur site officiel adressée à Roberto Maroni dans laquelle ils
interpellent le Ministre de l'Intérieur sur les raisons qui ont permis à une
petite poignée de supporters Serbes de tenir en échec, la Police présente au
stade, qui semblait si mal préparée et organisée, que l’UEFA a été forcé
d’arrêter le match…
Pour les habitués des stades italiens,
hyper militarisés depuis des années, où chaque dimanche il est interdit à de
nombreux tifosi d’assister à un match de leur équipe préférée sur la base d’informations
des renseignements généraux, ou chaque journée la Police n’hésite pas à charger
et ne lésine pas sur les coups de matraques, il était difficile d’en croire ses
yeux devant la passivité des forces de l’ordre face aux exactions des
supporters Serbes.
Devant ce constat qui démontre (aussi) l’échec et les limites
de la politique répressive mise en place par Maroni, les UTC rappellent que
depuis vingt ans, les stades italiens ont perdu plus de la moitié des
spectateurs, que le début de saison a encore apporté une nouvelle diminution
des affluences par rapport à la saison dernière, qui était déjà décevante…
Pour les UTC les mesures répressives prises
à l’encontre des groupes ultras Italiens semblent encore plus vaines, absurdes et
insultantes après les évènements d'hier !
"La disfatta di Genova" (la
défaite de Gênes) est la défaite d'un mode de sécurité dans les stades qui dure
depuis deux décennies, avec des gouvernements de tous bords et qui est basée
sur la répression…
Face à ces mesures répressives et ce qui est
un constat d’échec, les ultras Sampdoriani soumettent des propositions
concrètes comme la vente libre des billets jusqu'au jour du match, à des tarifs
abordables, avec des Policiers vraiment préparés et identifiés par un numéro de
série visible sur le casque et l’uniforme. Des propositions qui conduisent à
une remise en cause de la répression, des arrestations, des interdictions de
stade et de la militarisation des stades ... qui comme on a pu le voir hier,
n’apporte pas la sécurité qu'elle promet…
Le communiqué UTC :
"Signor Ministro, lei non ama parlare con gli Ultras, come ha più volte dichiarato. Tuttavia, noi che Ultras lo siamo dal 1969, che amiamo questo modo di vivere il calcio e il calcio stesso di un amore viscerale, vogliamo parlarle con queste righe.
Vogliamo chiederle qualcosa a proposito della disfatta di Genova. Un manipolo esiguo di tifosi serbi ha tenuto in scacco la polizia presente allo stadio, apparsa talmente impreparata da improvvisare dei comici balletti sotto il settore ospiti, costringendo l'UEFA a sospendere la partita.
Da assidui frequentatori degli stadi italiani, da anni ormai super militarizzati, dove ogni domenica viene vietato a molti tifosi di poter assistere al calcio in base ad un lavoro di intelligence che vale evidentemente solo per i tifosi italiani, dove non si lesinano manganellate anche gratuite, non potevamo credere ai nostri occhi e come noi i tanti, troppi che allo stadio, in Italia, non vanno più, proprio perché stremati, svuotati della passione, repressi.
Ci piacerebbe ci rispondesse, senza retoriche o numeri elaborati. Quelli veri, impietosi glieli diamo noi: in vent'anni anni gli stadi italiani hanno perso più della metà degli spettatori, l'inizio di questa stagione presenta ancora un calo ulteriore rispetto alla scorsa, che già fu disastrosa.
Ministro: gli stadi sono vuoti, di gente e di passione, ne prenda atto, è sotto gli occhi di tutti. Colpa degli Ultras, ci sembra già di sentire la risposta di rito. E noi diciamo: non è che la gente si è stufata? Delle schedature, di dover comprare nelle banche i biglietti, a prezzi folli, di stare in coda ai tornelli. Oppure, ed è il caso del quartiere Marassi della nostra città, di trovarsi plotoni di agenti in assetto antisommossa sotto casa, di perdere il posto auto, di non potere comprare una bottiglia di vino, o di olio nei giorni ormai quasi quotidiani delle partite.
Davanti alle scene di ieri tutto questo sembra ancora più vano, assurdo, offensivo. La disfatta di Genova è la disfatta di un modo di intendere la sicurezza negli stadi che dura da vent'anni, da governi di ogni colore, e che si basa sulla repressione. Presentare gli stadi vuoti come un successo di questa linea, ne convenga, è poco serio.
Noi da anni portiamo avanti proposte concrete che riteniamo degne di attenzione: libera vendita dei biglietti fino al giorno della partita, a prezzi popolari per i settori ritenuti tali, forze dell' ordine realmente preparate e riconoscibili mediante matricola visibile su casco e divisa. Alla repressione ci avete già pensato, con diffide, arresti in flagranza differita, chiusure e militarizzazioni degli stadi... che però, come si è visto ieri, non mantiene la sicurezza che promette".
Ultras Tito Cucchiaroni